La Parrocchia di Careno, di cui in questo volume incomincia la cronaca,
venne fondata nel 1640. Prima d'allora il servizio religioso pare lo prestasse
ordinariamente un sacerdote di Nesso, il quale in dipendenza da quell'Arciprete
veniva a celebrare la Messa festiva ed ogni volta occorreva l'opera sua.
Però la cosa non poteva accontentare.La distanza della matrice
di oltre due miglia;la difficoltà di comunicarvi,essendo la strada
per due torrenti che l'attraversavano, la Masera e il Frigirolo, talora
impraticabili,l'estate per l'abbondanza delle acque e nel tempo invernale
per i ghiacci e le nevi, sicchè molti morivano senza i conforti
della Religione ed i bambini senza battesimo;e certa trascuratezza di
trattamento, onde è prova 2 nei decreti fatti nella Visita della
Chiesa Collegiata di S Pietro di Nesso et sua Pieve nel 1627 da Ms.Lazaro
Carafino> creavano e mantenevano del malcontento.E quando la gente
crebbe di numero, e più quando si videro le terre dell'una e dell'altra
sponda separarsi da Nesso erigendosi in Parrocchia, da quel malcontento
nacque un desiderio di autonomia che acquistò forza nel tempo e
vinse poi ogni difficoltà. Come suole, il trionfo non dovette venire
se non dopo lotte e contrasti:pretese audaci da parte di uomini di Careno,
da parte dell'Arciprete di Nesso tenacia esagerata, e intanto tra i due
paesi litigi e ripicchi.E così sino al 1640. Fu allora, e precisamente
il giorno 31 Ottobre, che si ottenne la separezione da quella di Nesso
e l'erezione in Parrocchia indipendente, alle condizioni tuttavia che
la Comunità di Careno garantisse all'Arciprete le primizie<ad
computum quartariorum trium pro qualibet focolari praesentibus et futuris>,
ed al Parroco la somma di 480 lire imperiali, oltre ad altre a favore
dell'uno e dell'altro, che si leggono nell'Istrumento di fondazione.
(1) Il titolare che non ha esibito alcun recapito lo facci in termine
d'un mese. l'Arciprete facci in ogno modo che gli uomini di questo comune
eseguiscono gli ordini di Mr. Archinti intorno ai beni di questa Chiesa.
BENEFIZIO
Il Beneficio Parrocchiale di Careno venne formato con denaro proveniente
da varie parti. Anzitutto si adoprò la dotazione della cappella
preesistente di S.Martino, allora goduta da certoD.Gio.Battista Sala,
Mansionario nella Cattadrale di Como, la quale rendeva 50 lire imperiali.
A questa rendita se ne aggiunse poi un'altra, quella d'un canonicato,
che D. Alessio Zambra, Parroco di Vacallo, possedeva nella Collegiata
di Nesso e che fruttava 80 lire imperiali all'anno. Quindi due crediti
di questo sacerdote, l'uno verso il comune di Careno del capitale di 200
scudi e della rendita di 60 lire imperiali,l'altro verso il comune di
Brienno del capitale di 300 ducati e della rendita di 86 lire imperiali
e 5 soldi, ch'egli cedette a favore del Beneficio.Ancora un censo annuo
di scudi 2 eguale a lire imperiali 12,garantito, sinchè non si
fosse sborsato il capitale di Lire 200,da una casa, un orto, ed un prato,
del sac.D.Bernardino Zambra,Canonico di Fino.E finalmente vari legati
dell'importo di 2 scudi ossia di Lire 12. Così si costituì
una rendita di 300 lire imperiali, che gli uomini di Careno si obbligarono
a portare sino a 80 scudi da 6 lire imperiali ciascuno, ossia sino a 480
lire imperiali. Ma nel 1774, in virtù di convenzione tra il Parroco
e la Comunità, questa assunse lìimpegno di corrispondergli
l'intero assegno,facendosi però cedere tutti i cespiti, che sino
allora concorrevano a formare la sua dotazione.Cominciò dunque
a pagare al Parroco 480 lire milanesi. La congrua comunale di lire 366,
che oggidì si paga dal Comune, non rappresenta che quella somma
in nostra moneta.
La CHIESA
LA CHIESA PARROCCHIALE DE
CARENO venne incominciata verso il 1665 e benedetta il 15 Agosto 1671
dall'Arciprete di Nesso
----(1)
Probabilmente si funzionò subito, per quanto la Parrocchia abbia
continuato a chiamarsi da S.Martino per sei anni ancora, e cioè
sinchè visse il Primo Curato, Santino Zambra. Come risulta dai
registri, gli abbellimenti seguirono più tardi, ed assai lentamente.
Così gli stucchi della Cappella della Madonna del Rosario nel 1680
---(2); nel 1681 quelli dell'acquaio
assieme alla credenza della Sacrestia
----(3); e quelli del coro,
del cornicione e della volta nel 1683
-----(4): le balaustre e la
pila nel 1692
----(5); le campane nel 1715
---(6); gli stipiti in pietra
della porta nel 1711
----(7); il quadro della
Madonna Addolorata nel 1720
----(8);e finalmente la facciata
nel 1898
----(9). Non trovasi menzione
nei registri delle spese che delle entrate di tre affreschi nel coro,
dei quali lo storico dell'arte nella Diocesi di Como parla con lode, attribuendoli
alla mano di Gianpaolo Recchi, pittore comasco assai rinomato nel 600.
NOTE
N. 1---- Lo si rileva dalla
"Lista delle spese per la benedizione della Chiesa < Item, cioè
ai 13 Agosto 1671, un felippona al Sign, Arci. di Nesso per la benedicione
di la Chiesa> Ricordo a titolo di benemerenza il Sac. Alessio Zambra,
il quale concorse tra i primo alla costruzione della Chiesa.
N. 2---- Adì 6 Marzo
1680 datti al Sig. Fiorentino in Ciasso p. causa di una capella cioè
la capella della Madonna stucata da suo cognato Sig. Andrea Zambra lire
cinquanta p. mano di Ant. Z. come appare dal confesso.
N. 3----Adì sud. (14
Agosto) speso p.conto del Credenzone a mastro Francesco Zuchane di Como
Lire 50...
Adì 15 Marzo speso p.fare il lavandino- cioè stuccar Lire
8.
N. 4----22 Novembre 1683.
In Careno - Con la presente sia noto come il molto rev. sig.p. Bernardino
Zambra al presente curato di detto luogo et messer Gio Primaveso, et messer
Gio Biancho sindici di detta chiesa al presente , quali unitamente danno
da fare li ornamenti di stucchi da farsi nel choro della loro chiesa conforma
li dissegni essibiti dal Sign. Agostino
Silva et il Sig. Gio Francesco suo figlio di Morbio,
quali dissegni sono stati accettati dalli suddetti signori sottoscritti.
Io Agostino Silva sè a mio nome come anco di mio figlio affermo
ut supra manu propria.
Io p. Bernardino Zambra, ecc.
Io Gio Biancho Sindico, ecc.
Io Ant. Riva per Gio.Primaveso, quale non sa scrivere, ecc.Di questa Chiesa
parlandi il Monti (Storia ed Arte 229), così si esprime: Meritano
eviandio particolare menzione i bei lavori in istucco che servono di decorazione
ad coro, alla volta ed al cornicione, nei quali trovasi una purezza di
disegno e di linee, un'esecuzione larga e sicura che non è tanto
facile rinvenirsi in tali generi di lavori.
N. 5---- A di 6 Genaro pagati
a M.tro Gio Pernice di Brienno a saldo de la balaustrada et navelo lire
cinquanta quatro. E più altri filippi al detto.
N. 6---- 1715 adì 22
Maggio datto in due volte al Sig. Nicola Comolo a conto della campana
gittata di nuovo L 68. Adì sud. p. condur a Como la sud. Campana
rotta L. 4 . Adì 23 sud. datto a Ma. Gio Ferraro p. mettere la
campana L. 3.10 Come si vede si trattò solo di una aggiustatura.
N. 7----13 Xbre 1711 pagati
a m.re Domo Pollolino di Casasco piccapietra sono p.far fare la porta
della Chiesa di pietra giusta il disegno e scrit.a fatta d'accordo L.7.50.
N. 8----Adì 3 Maggio
datto al Sign, Antonio Isola pittore pl quadro della Madonna de Sette
dolori L. 32 e s. 6
Ed ancora : Adì sud. al Pitore per compito pagamento del quadro
e per indoratura delle Cornitura (?) L 39.
N. 9----Fu compiuta con molto
entusiasmo. Oltre tutto il popolo, vi si distinsero il compaesano Cav.
Edoardo Cetti ed il capomastro Tullio Vasconi, che prestò l'opera
sua di assistenza ai lavori gratuitamente. La troppa fretta più
che altro fece trascurare le pratiche di burocrazia, il che fu causa che
si stentasse poi ad ottenere il sussidio dal Fondo Culti. Però
in seguito lo si ricevette.
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