Le spoglie di Dino Zambra tornano a S. Maria Arabona il 1° Novembre
1944.
Le lacrime di dolore si confondono con quelle di tenerezza e di gioia.
Una grande folla, tra cui moltissimi poveri, accoglie "un giovane
santo tornato a casa".
I funerali si trasformano in un trionfo sacro.
Presto la sua tomba diventa meta di numerosi pellegrini, affascinati e
attratti dalle sue virtù e dalla sua vita santa ed esemplare.
La morte prematura, avvenuta il 3 gennaio 1944, nel sanatorio di Lecce
e su una misera branda, pone fine all ' esistenza terrena del giovane
Dino. La "Mamma" di noi tutti lo accoglie in Paradiso come un
giovane fiore: non ha ancora compiuto ventidue anni, ma si è realizzato
perfettamente. Prima di morire pensa ai suoi poveri e vuole fare testamento.
Ha in tasca seicento lire, che destina ad una famiglia disagiata di Chieti.
I genitori, dopo aver letto il "Diario", decidono di adempiere
a tutte quelle opere di carità che avevano contraddistinto la vita
del Servo di Dio.
Donano, così, palazzo Zambra, in Chieti, alla Curia Arcivescovile
Teatina e destinano i loro beni ad opere di beneficenza, nominando eredi
i Salesiani di Macerata, i quali diventano titolari anche dell' Abbazia
di S. Maria Arabona.
Nel 1998 i Salesiani, a loro volta, cedono l' Abbazia all' Arcidiocesi
di Chieti- Vasto, nella persona dell' Arcivescovo Edoardo Menichelli,
perchè essa continui ad essere luogo di spiritualità e di
opere di bene volute dal Servo di Dio.
La fama di santità del giovane Dino Zambra non tarda a diffondersi
tra la gente semplice della sua terra e soprattutto tra i giovani, per
cui la Chiesa li sprona a seguirne il modello di spiritualità e
santità, tant' è che molte associazioni di Azione Cattolica
s'intitolano al suo
nome.
Il 12 marzo 1949, a Manoppello Scalo si inaugura una Scuola Materna fatta
costruire dai baroni Zambra in memoria del figlio Dino e a lui dedicata.
Sulla lapide posta dai genitori nell'atrio della Scuola sono incise alcune
toccanti parole che rivelano quanto la sua breve vita sia stata traboccante
dell' amore di Cristo "Via, verità e vita"...in un mondo
"reso triste sovente dagli egoismi umani".
Le dure vicende della ricostruzione dell' ltalia del dopoguerra dimostrano
come "forte e gentile" sia il cuore e l' animo degli abruzzesi
quando si rimboccano le maniche in uno slancio produttivo ed economico
per risollevare le sorti socio-culturali e spirituali della loro terra.
In questi frangenti
l'attaccamento alla Chiesa si esprime con rinnovata vitalità interiore
ed è allora che anche la fama di santità di Dino Zambra
si diffonde in tutto il mondo, in special modo tra i nostri emigrati in
Messico, Argentina, Australia, e Lussemburgo e maggiormente dopo la divulgazione
del "Diario", rivelatore della bellezza della sua anima e del
candore della sua vita.
Iniziano così
a pervenire dall'Italia e dal mondo testimonianze della santità
di Dino e di grazie ricevute per sua intercessione.
Tutto ciò
indusse la Diocesi ad introdurre la Causa di Beatificazione. I genitori
di Dino nominarono come Postulatore D. Antonio Graziani, canonico della
Cattedrale di Chieti.
Questi, il 14 gennaio
1961, presentava a S. E. Mons.G. B. Bosio, Arcivescovo di Chieti, il "supplice
libello", ossia la domanda di apertura del Processo Informativo Diocesano
presso la Curia di Chieti.
Fu presentato dal Postulatore un elenco di 45 testimoni di cui ne saranno
ascoltati 38; tra essi il padre e la madre di Dino, lo zio sen. Giuseppe
Spataro, l'ing.Danilo Zanzucchi, amico intimo di Dino e la Professoressa
Marisa Zanzucchi, la studentessa che aveva fatto palpitare d'amore il
suo cuore puro. Per ascoltare tutti i testimoni sparsi per l'ltalia furono
necessari dieci processi rogatoriali nelle diverse città interessate.
Intanto furono raccolti tutti gli scritti di Dino: componimenti scolastici,
lettere e soprattutto il Diario.
Il Processo diocesano si concludeva il 13 dicembre 1969 sotto la presidenza
di Mons. Loris Capovilla, succeduto a Mons. G. B. Bosio, e ne veniva inviata
copia a Roma.
Purtroppo trascorse un non breve periodo di silenzio. Ma nel 1995, Mons.
Edoardo Menichelli,
Arcivescovo di Chieti- Vasto, riprese l 'iter della Causa nominando il
Postulatore romano nella persona di don Pasquale Liberatore, Postulatore
generale' dei Salesiani.
Fu necessario procedere ad un'ulteriore documentazione sul perdurare della
fama di santità. Il 17 aprile 1998 fu emesso, da parte della Congregazione
delle Cause dei Santi, il decreto sulla validità del Processo stesso.
Dopo questo importante atto giuridico, don Antonio Bevilaccqua, sotto
la guida del Relatore della Causa, potè elaborare la "Positio
super vita et virtutibus", un minuzioso lavoro critico di circa 500
pagine.
La "Positio"
è stata consegnata alla congregazione delle Cause dei Santi alla
fine del 2000. Attende ora che giunga il suo turno per essere esaminata
dai Consultori Teologi prima e dai Cardinali poi. E solo dopo il loro
giudizio positivo, Dino sarà dichiarato Venerabile, in attesa che
un miracolo ottenuto per sua intercessione lo porti alla Beatificazione
prima e alla Canonizzazione dopo.
Dino è un
giovane per i giovani e per i meno giovani. E' un modello a cui guardare
senza stancarsi mai.
Lo imitino i fidanzati,
per capirne l'arte di amarsi in modo tenerissimo e purissimo.
Lo sentano vicino
i lavoratori, perchè Dino riteneva che la terra è di chi
la coltiva.
Lo osservino attentamente
i genitori, per formare santamente i propri figli facendosi maestri dell'unica
vera scienza della grande scuola della fede.
Ne traggano conforto
i sofferenti e gli ammalati, perchè Dino, accettando la sofferenza
come dono prezioso di Dio, affrontò il dolore con forza e coraggio
e da malato confortò i malati.
Se ne parli ai moribondi,
perchè la morte è la comunione di tutti coloro che dalla
Croce di Cristo sono stati liberati dalla morte eterna.
Dino Zambra, con
la sua vita limpida e pura, ancora oggi, dall'alto del Colle di Santa
Maria Arabona, ove riposano i suoi resti mortali, sa infondere il respiro
dell'eterno.
da:" Nei suoi occhi il Paradiso, Dino Zambra, Studio Di Vitto editore,Scanno
(AQ)"
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